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Passaggi/Dimenticanze


“Passaggi/Dimenticanze” è un’indagine aperta (perché passibile di ulteriori sviluppi) sulle tracce reversibili o indelebili che certi oggetti quotidiani segnano con la loro insistente presenza, dentro a stanze dove nessuno entra. Il tempo come un pittore o un fotografo, disegna figure geometriche fatte di luce, traccia linee sghembe, annerisce porzioni di intonaco,modella col peso dell’aria coperte e lenzuola, dando voce alle cose inanimate e la dignità di raccontare la propria storia, così vicina alle vicende degli umani a cui sono appartenute. Le fotografie giocano sul continuo alternarsi fra presenza (delle tracce) e assenza (degli oggetti che le hanno generate), per descrivere la sensazione di inquietudine che lasciano le vecchie abitazioni, colme nei decenni, della presenza rumorosa di vita e ora vuote e chiuse. Una meditazione sulla traccia, sull’indice, sul passaggio del tempo che è metafora del senso (tecnico e filosofico) primo e più comune di fare fotografia: il timore dell’oblio o altre volte, al contrario, del ricordo.